Salita a cima di Cece

DIFFICOLTA’ COMPLESSIVA: E – PD
DURATA: 8 h – DISTANZA: 16 km – DSL: 1300 m+

DATA: 27 luglio 2020

PREMESSE

Il presente itinerario rappresenta un po’ un’eccezione rispetto alla tipologia di traversate descritte nel sito Windchili. Tutto l’anello, infatti, è sempre percorso su sentiero SAT precisamente segnato con bolli rossi e bianchi. Difficile smarrire la via. La catena del Lagorai, peraltro, con i suoi 70km di estensione, è considerata uno degli ambienti alpini più selvaggi e remoti delle Alpi. Pochissimi i rifugi, assenti gli impianti di risalita, eccezion fatta per le strutture del passo Rolle. Attraversare il Lagorai significa camminare, anche per ore, senza incontrare anima viva. Non a caso, il Lagorai è chiamato il “Tibet delle Alpi”. L’ambiente è spesso severo, caratterizzato da immense pietraie di taglienti porfidi bruno-rossastri. Diviene quindi fondamentale, per chi voglia esplorarlo, attrezzarsi adeguatamente per trascorrere intere giornate senza poter contare sui servizi offerti da un rifugio.

RELAZIONE DELL’ITINERARIO

Oggi sono con il caro amico e compagno di avventure Riki. Lasciata l’auto nei pressi di un ponte (1570m) sito 800m prima della malga di Valmaggiore, si sale per il sentiero 336 in direzione del lago di Cece, dapprima su comoda mulattiera, poi su sentiero che, superando un’area devastata dalla tempesta Vaia del 2018, si inoltra nel bosco di abeti rossi.

Superata la zona di pascolo di Campigolo, si giunge in pochi minuti al lago di Cece, 1879m, dove è possibile fruire di un grazioso bivacco recentemente ristrutturato.

Appena attraversato il ponte sul ruscello emissario del lago di Cece, si devia decisamente a destra, costeggiando il lago per poche decine di metri, sino a che il sentiero si inerpica a sinistra sul costone boschivo. Si sale ripidamente giungendo in un ameno pianoro dove si trova il bivacco Caserina. Si procede superando un ponticello di legno sul torrente, portandosi quindi sulla sinistra orografica della valle. Il sentiero supera ora caratteristiche conformazioni rocciose levigate e, da lì a breve, si raggiunge il magnifico laghetto Caserina, 2087m.

Il sentiero prosegue traversando un pianoro verdeggiante dove pascolano sereni degli asini di montagna.

In breve, si apre agli occhi la vastità della valle orientale di cima Cece, val di Valonat, che ci si appresta a risalire, parzialmente su comodo nevaio, senza difficoltà alcuna.

Terminata la risalita della valle, si piega decisamente destra, risalendo ripidamente sino a giungere alla forcella Cece, 2393m.

Dalla forcella, si imbocca ora il sentiero 349 Achille Gadler, che traversa il costone del monte Cece su tracciato meno agevole. Si procede, infatti, su enormi blocchi di porfido levigato, spesso inclinati o instabili, guadagnando gradualmente quota, sino a raggiungere una vecchia croce metallica piegata.

Superata la croce, il sentiero piega sulla sinistra, inerpicandosi su un ripido canalone che guadagna la cresta e sbuca sul versante occidentale. Si segue il sentiero fino ad un bivio: a sinistra si raggiunge la cima e a destra si scende. Imboccato il sentiero di sinistra, dapprima si procede paralleli alla cresta, pochi metri più in basso, poi il sentiero inizia a salire con decisione. In questi ultimi metri prima della cima può accadere di smarrire la traccia, incuriositi dai numerosi ripari in pietra della prima guerra mondiale. Resta inteso che, puntando verso la cima, si raggiunge comunque la croce di vetta a 2754m.

La discesa avviene per la medesima traccia della salita e, giunti al bivio, si ripiega verso valle, a sinistra, superando un ripido canale detritico.

Si procede, ora, traversando una valle di pietra, con non poco disagio delle articolazioni, che devono trovare continuamente l’equilibrio sulle superficie inclinate dei blocchi porfirici. La fatica è peraltro ricompensata dalla vista del maestoso Dente di Cece, 2680m, che troneggia sopra il sentiero.

L’itinerario prosegue ora perdendo gradualmente quota, sino a raggiungere agevolmente forcella Valmaggiore, 2180m, dove sorge il bivacco Paolo e Nicola. In poco più di un’ora, passando dalle rocce al fitto bosco, si raggiunge Malga Valmaggiore, percorrendo il sentiero 365.